CHE COSA PROVOCANO I GRASSI IDROGENATI?
I grassi idrogenati, una volta nell’organismo, non sono riconosciuti come estranei. Se ne mangiamo troppi, una volta incorporati nei nostri tessuti al posto di quelli naturali possono causare disturbi del funzionamento cellulare. Alla fine, intossicano. Sono soprattutto le nuove generazioni, che consumano molti cibi processati dall’industria alimentare, che spesso contengono grassi trans, le più esposte a questo subdolo avvelenamento.
Vediamo, in sintesi, quali sono gli effetti negativi dovuti al consumo dei grassi idrogenati o parzialmente idrogenati osservati sull’uomo e sugli animali (1,2):
· Alterano la funzione cellulare e condizionano il funzionamento di molti enzimi, come nel
caso della delta-6 desaturasi che è necessaria per la conversione di entrambi gli omega 6 e
omega 3 nelle forme allungate (EPA e DHA). Questo peggiora gli effetti da carenza d’acidi
grassi essenziali.
· Causano una riduzione, dose-dipendente, della acuità visiva nei bambini che sono allattati
con latte materno ricco di acidi trans. L’effeto si protrae per i primi 14 mesi di vita.
· Abbassano il colesterolo buono, l’ HDL.
· Aumentano i livelli sierici di LDL.
· Aumentano la lipoproteina aterogenica Lp(a) nell’uomo, mentre i grassi saturi la abbassano.
· Aumentano i livelli del colesterolo totale del 20-30%.
· Riducono la quantità di grasso nel latte nelle femmine che allattano in tutte le specie, incluso
l’uomo, con grave danno al lattante. I grassi infatti servono soprattutto per lo sviluppo del
sistema nervoso. Inoltre, il poppante che non riceve adeguate quantità di grasso con il latte
materno non si sente sazio e quindi continua a piangere.
· Nell’uomo, attraversano la barriera placentare e raggiungono il feto, con possibili effetti sulla
crescita. Possono così provocare nascite sotto peso.
· Nell’uomo, aumentano i livelli d’insulina, dopo carico da glucosio, con aumento del rischio di diabete.
· Riducono la risposta dei globuli rossi all’insulina, creando effetti indesiderati nei diabetici.
· Influenzano la risposta immune, abbassando l’efficienza delle cellule B e aumentando la proliferazione dei linfociti T.
· Aumentano i livelli di testosterone, che negli animali maschi causa un più facilmente uno sperma anomalo e nelle femmine interferisce nella gestazione. In particolare nei ratti danneggiano i testicoli e causano sterilità.
· Causano alterazioni nell’attività dell’importante sistema enzimatico che metabolizza le sostanze cancerogene chimiche e le medicine (citocromo P-488/450).
· Alterano le proprietà fisiologiche delle membrane cellulari, compromettendo i processi di trasporto e di fluidità.
· Causano alterazioni nelle dimensioni e nel numero delle cellule adipose e nella composizione degli acidi grassi.
· Aumentano la carenza di acidi grassi essenziali.
· Scatenano attacchi di asma nei bambini.
· Potenziano la formazione di radicali liberi.
· Nei topi giovani riducono la crescita del 20-25%.
· Un resoconto della Comunità Europea riporta che le donne con tumore alla mammella hanno più alti livelli di acidi grassi trans nei loro tessuti rispetto alle altre. Questo dato suggerisce, ma non dimostra, che questi acidi grassi possano avere un qualche ruolo nel rischio di tumore mammario.
· Il consumo di grassi idrogenati è stato associato ad altre malattie degenerative, come il cancro, la sclerosi multipla, la diverticolite e le complicazioni del diabete.
· Per quanto riguarda il rischio cardiovascolare, due famosi precursori delle ricerche sugli effetti negativi dei grassi idrogenati, i dottori Fred Kummerov e George Mann (1) hanno affermato “….. gli acidi grassi trans non hanno nessun effetto benefico sulla salute e una notevole mole di dati suggerisce che contribuiscono decisamente al rischio cardiovascolare…”.